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Firenze Marathon 27a edizione

Partiamo con Michele Corsi sono 6,30 e piove. Torneremo alle 16 e pioverà ancora, in mezzo ovviamente tanta, tanta acqua. Non ha mai smesso un solo minuto. In vita mia penso di non aver mai preso tanta acqua come stamattina, il tutto condito anche da una temperatura abbastanza fredda. Dopo aver parcheggiato al solito posto, ovvero sul Lungarno Colombo, aspettiamo l’arrivo di Michele Jeri e con la navetta ci rechiamo al Piazzale Michelangelo. Al nostro arrivo troviamo la Chiara e con lei completiamo il quartetto dei Pacer delle 4:45. Piove copiosamente e sfruttiamo i loggiati del ristorante per cambiarci e per attaccarci i palloncini. Non siamo soli, la nostra stessa idea di ripararci sotto i loggiati l’hanno avuta altri centinaia di maratoneti. C’è una calca incredibile. Finalmente veniamo chiamati nelle gabbie, poi l’inevitabile defluire verso la partenza che da quest’anno avviene sul lato opposto del piazzale. A differenza degli altri anni l’impianto di amplificazione è ottimo e riusciamo a percepire nitidamente il countdown. Molti sono i maratoneti con cui scambiamo opinioni e sensazioni. La mia prima volta da Pacer mi obbliga a non aspettare la partenza in religioso silenzio, bensì a dover dispensare consigli che possono essere utili durante la corsa. Si parte e ovviamente i ruoli sono ben definiti. Michele Jeri con la sua esperienza da Pacer è il “Deux Ex Machina”, Michele Corsi funge un po’ da animatore, mentre la Chiara è quella che controlla i passaggi e verifica i tempi. E’ precisissima, molto professionale ed inoltre è l’unica che può leggere sui foglietti dei tempi senza occhiali. Ah dimenticavo io ho il ruolo dell’anarchico ingestibile. I dubbi della vigilia sui dolori che mi perseguitano da una settimana alla chiena non sembrano andarsene. Ogni tanto ci penso ed ogni volta è come se facessi un check up per verificare la mia situazione interna al corpo. Il percorso è cambiato e risulta effettivamente più veloce. Una volta arrivati in fondo al tratto di discesa attraversiamo l’Arno e poi si procede sui viali dove il serpentone defluisci agevolmente. Arriviamo in zona Porta a Prato e poi entriamo nelle Cascine all’altezza dell’Ippodromo del Trotto. Cerchiamo proprio in questo tratto di recuperare gli oltre 6’ persi in partenza. Sono un’enormità e mi mettono un po’ di angoscia. Michele Jeri capisce che dobbiamo recuperarli e incita i maratoneti che sono con noi a spingere e a tenere un ritmo intorno ai 6’ e 10” al km. Intanto continua a piovere e fa freddo. Finalmente usciamo dalle Cascine, attraversiamo il Ponte alla Vittoria e si procede in zona Porta Romana. Siamo meno esposti al vento e alla pioggia, correndo in città siamo un po’ più coperti. Passiamo da Palazzo Pitti e poi di nuovo lungarni. Ad attenderci pioggia battente, freddo e vento. Dopo aver riattraversato l’Arno siamo sul Lungarno Colombo e poco dopo la sede della RAI giriamo in via Aretina. Questo è forse il tratto più noioso e più brutto della corsa. Dopo la via Aretina entriamo nella zona di Campo di Marte e quindi dello Stadio e i degli impianti sportivi. I miei palloncini e quelli di Michele Jeri si intrecciano e per non perdere tempo stacco i miei 2 che da questo momento rimarranno insieme ai 3 di Michele. E’ come se le lenze di due canne da pesca si fossero intrecciate. Arriviamo finalmente al 32° km quando rientriamo nel centro città, dove siamo di nuovo meno esposti alla pioggia ed al vento. Abbiamo ancora 20” da recuperare ma ci riusciremo nel giro di un chilometro. Intanto Michele Jeri continua a richiamarmi e ad urlare per farmi rispettare un passo da Pacer e non a procedere a strappi com’è nella mia natura. Abbiamo sempre dietro un bel numero di maratoneti sostenuti da un Michele Jeri in splendida forma, che non lesina battute in stile labronico ed incita tutti, spettatori compresi. E’ una vera forza. Sono stanco, inizio a sentire la gambe indurite dal freddo, la schiena mi fa male, però non voglio mollare. Non ho mai corso continuativamente una maratona per tutti i suoi 42 km e 195 mt. Ho sempre cercato intorno al 35° di alternare la corsa con un po’ di passo svelto. Questa volta mi malgrado debbo correre, il mio ruolo da Pacer me lo impone, però nella mia testa è come se stessi facendo una cosa contro natura. Ci sono un paio di maratonete trentine che hanno riposto la loro fiducia in me e non posso deluderle. Sono alla loro prima maratona. Ultimi 3 km. passaggio sul Ponte Vecchio, poi Piazza della Signoria e poi Piazza Duomo, ormai manca veramente poco. Saltiamo come da copione il ristoro del 40° km., ormai è fatta. Siamo in anticipo forse troppo, circa 3 minuti che decidiamo di perderli negli ultimi 500 mt. per non arrivare prima delle 4h e 45’. Sproniamo i maratoneti che sono rimasti con noi a buttare sull’asfalto le ultime energie. Finalmente siamo in Piazza Santa Croce dove davanti alla tribuna facciamo un inchino salutiamo e tagliamo il traguardo. Dallo sparo sono passate 4h 45’ e 47” tutti corsi sotto una pioggia battente. Sono infreddolito ma felicissimo per avere concluso la mia 23a Maratona (di cui 6 a Firenze), ma lo sono doppiamente per la mia prima da Pacer. Mi fanno molto piacere gli abbracci delle maratonete Trentine che ci ringraziano, così come lo fanno tutti gli altri podisti che hanno corso oppure condiviso anche solo qualche chilometro con noi. E’ stata una bella esperienza che spero di rivivere. Veniamo prelevati e accompagnati dalla Silvia della Training Consultant negli spogliatoi. Questo è un bel privilegio di cui possono usufruire oltre ai Top Runners noi assistenti di gara. Per la cronaca la pioggia non da tregua, neppure durante il trasferimento all’auto. Concludere una Maratona con queste condizione climatiche è veramente un’impresa. In conclusione voglio ringraziare di cuore i miei colleghi Michele Jeri, Michele Corsi e la Chiara. Ringrazio anche Fulvio Massini con la sua Training Consultant per l’opportunità che mi hanno concesso e tutta l’organizzazione della Firenze Marathon. Perfetti come sempre. Voglio ringraziare ovviamente tutti i Maratoneti che hanno corso con noi e che hanno portato a termine la loro impresa e poi gli amici Claudio Cecchella per la telefonata di incoraggiamento pre gara, Valerio Bosi per la telefonata post gara e fare un incoraggiamento ad un altro amico, Luca Pergola che per un infortunio ha dovuto abbandonare la corsa al 5° km. Grazie a tutti per le belle emozioni vissute. Grazie Firenze!!!

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