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Francigena Tuscany Marathon 9a edizione

La Francigena Tuscany Marathon è arrivata quest’anno alla sua nona edizione, e io ne ho camminate ben sette.
Ho saltato il 2022 e il 2023 per problemi fisici e, fino a quest’anno, avevo sempre scelto il percorso lungo: da Pietrasanta a Lucca, oppure – come nell’edizione speciale dell’anno scorso – con arrivo a Massaciuccoli. Nel 2020, invece, l’evento fu completamente stravolto a causa del Covid, con partenza e arrivo a Pietrasanta e un chilometraggio ridotto.

Quest’anno non ero convinto di arrivare fino a Lucca, per due motivi: la preparazione minima e una settimana precedente piuttosto faticosa. A questo si aggiungevano i tre chilometri in più previsti rispetto al solito. La decisione, presa già dal sabato, è stata quindi di fermarmi a Valpromaro, al km 26,7.

La domenica mattina, alle 6.30, sono in piazza a Pietrasanta. Gli iscritti sono poco più di mille, in leggero calo rispetto agli anni passati. La partenza slitta di quasi un quarto d’ora e finalmente alle 7.15 si parte. Il clima è fresco ma la giornata promette bene, soprattutto rispetto ai giorni precedenti.

A differenza del passato scelgo un ritmo blando: non avendo come obiettivo Lucca, decido di godermi il percorso. Il primo tratto ricalca quello classico delle edizioni con arrivo a Lucca e, intorno al 12° chilometro, arriviamo al punto timbro e ristoro presso la Badia di Camaiore. Alleggerisco il vestiario, bevo qualcosa e, tra una distrazione e l’altra, sbaglio l’uscita dalla Badia percorrendo un centinaio di metri in più.

Inizia la salita ma, a differenza delle edizioni con arrivo a Lucca, il percorso evita il centro di Montemagno. Mi dispiace: lì si arrivava col fiato corto ma davanti ci accoglieva la statua di Giorgio Gaber, una presenza speciale.

Si prosegue tra tratti di Francigena e sentieri con salite impegnative. Al secondo ristoro, a base di uva, recupero energie e poi raggiungo Gualdo, borgo medievale del Comune di Massarosa, conosciuto come Il Paese delle Fiabe. Qui ci accolgono figuranti in costume con cui scatto qualche foto.

Riparto e, dopo qualche chilometro, arrivo al terzo ristoro con arachidi e succhi di frutta. Da lì il percorso diventa tecnico: radici, pietre umide, discese scivolose e qualche segnalazione mancante che ci fa sbagliare strada.

Finalmente arrivo a Valpromaro in 5 ore e 19 minuti. Quest’anno me la sono presa davvero con calma: mi dispiace non essere arrivato a Lucca, da cui manco dal 2021, ma sono contento di non aver sacrificato l’intero pomeriggio della domenica.

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